Dante Ferretti e la moglie, Francesca Lo Schiavo, si sono occupati della scenografica di "Hugo Cabret", film diretto da Martin Scorsese. Proprio Ferretti ha voluto parlare di questa esperienza: “Questo film è stato senz'altro il più impegnativo, perchè tutto il film è ricostruito in teatro, a Londra. Negli studi di Pinewood e di Shepperton abbiamo rifatto la strada, la locomotiva, per il corridoio che Hugo attraversa abbiamo creato un labirinto di tubi e di vapore, per la sequenza in cui Mèliès gira il suo film abbiamo ricreato uno studio di specchi e di acqua, era la tecnica che lui usava allora per far sembrare che fossero riprese subacquee”.
Ferretti non si è sbilanciato su un’eventuale candidatura agli Oscar: “Le candidature, in famiglia, sono 18, se calcoliamo le otto di mia moglie Francesca, ma non parliamo di Oscar tanto vinceranno altri”.
Chiusura sul 3D: “Per me, per Martin, per tutti noi era la prima volta. Ma non è stato complicato, bisognava avere solo più cose in scena per avere un'immagine piena da cui isolare i dettagli. Martin non voleva un 3D invadente con gli oggetti o le persone che sembrano staccarsi dallo schermo, voleva qualcosa di più normale e secondo me è riuscito a dare al pubblico l'impressione di sentirsi dentro il film, non il contrario”.
Ferretti non si è sbilanciato su un’eventuale candidatura agli Oscar: “Le candidature, in famiglia, sono 18, se calcoliamo le otto di mia moglie Francesca, ma non parliamo di Oscar tanto vinceranno altri”.
Chiusura sul 3D: “Per me, per Martin, per tutti noi era la prima volta. Ma non è stato complicato, bisognava avere solo più cose in scena per avere un'immagine piena da cui isolare i dettagli. Martin non voleva un 3D invadente con gli oggetti o le persone che sembrano staccarsi dallo schermo, voleva qualcosa di più normale e secondo me è riuscito a dare al pubblico l'impressione di sentirsi dentro il film, non il contrario”.